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FILM 19/02/2013

“Amour”, sguardo crudo sull'amore e la vita, è ispirato all'esperienza personale del regista con la zia malata


"Amour", opera del regista austriaco Michael Haneke, racconta la storia di un marito e una moglie ottantenni: un film pacato che si rivela scioccante e inquietante come un thriller psicologico, addirittura ritenuto un "film horror" da alcuni critici per la rigorosa franchezza con cui tratta il tema della morte. Haneke intreccia magistralmente la tormentosa realtà della morte nella tenera coltre d'amore della coppia, realizzando una splendida opera che gli è valsa la Palma D'Oro, i Golden Globes e i BAFTA.

Il regista Haneke afferma che il film non vuole essere scioccante, ma la verità lo è sempre, come il tema qui trattato che riguarda da vicino ogni essere umano. Emmanuelle Riva, l’attrice protagonista, ha dichiarato: "Per questo ha toccato il mondo. Siamo tutti individui piccoli e fragili su questo pianeta, talvolta cattivi, talvolta generosi".

Il film è ispirato all’esperienza vissuta dallo stesso regista con la vecchia zia malata, che si suicidò all'età di 93 anni. Prima di uccidersi, gli aveva chiesto se poteva assisterla nel morire. Pur essendosi rifiutato e non avendo preso parte al suo suicidio, l'agonia e il senso d'impotenza nel vedere una persona cara soffrire così tanto lo avevano impressionato, divenendo la forza trainante all’origine del film. “Amour” è una dipartita da opere angosciose e turbolente come "Funny Games" e "The White Ribbon" per cui il regista è meglio noto.

Haneke si dice lieto e sorpreso per gli alti riconoscimenti che “Amour” ha ricevuto, comprese cinque nomination agli Oscar (Miglior Film, Miglior Attrice, Miglior Attore Non Protagonista, Miglior Film Straniero), una rarità per un film straniero.


scritto da Anna Kim tradotto da Daniel Bellomo