Nymph()maniac : forget about Love
L'ultimo film scandalo di Lars Von Trier presto nelle sale italiane
Nonostante le numerose petizioni apparse online, il nuovo film di Lars Von Trier apparirà nelle sale cinematografiche italiane grazie alla Good Films, società di produzione e distribuzione cinematografica fondata da Ginevra Elkann, Francesco Melzi d’Eril, Luigi Musini e Lorenzo Mieli.
Un contributo significativo alla diffusione di questa pellicola, definita dai più scioccante e scandalosa, arriva da Lapo Elkan che possiede il 30% dei titoli azionari della società. Il film è stato abilmente diviso in due versioni: una prima, della durata di quattro ore, più soft e alla portata di tutti, ed una seconda, di cinque ore e mezza, decisamente più erotica, vietata ai minori. Quest’ultima verrà lanciata in un secondo tempo.
Mancava nell'industria cinematografica attuale un’opera tanto forte e cruda da rappresentare uno dei disagi che affliggono la nostra società.
Nel Paese che ospita il Vaticano ci si è prodigati in tutti i modi per censurare un film di tale carattere, dovrebbero allora essere oscurati e vietati ai minori anche i telegiornali e siti pornografici, di facile accesso con la modifica di una sola cifra nella propria data di nascita. Non mancano nei negozi italiani sexy toys sempre piu' sofisticati, prostitute e transgender, persone che millantano una morale integra ma non disdegnano tutto ciò.
Sinceramente è l'industria pornografica quella che non conosce crisi, non la moda. Che l'essere umano in quanto animale brami spasmodicamente il piacere è nozione scientifica elementare, allora perché non mostrare fino in fondo al mondo intero fino a che punto la perversione umana ad oggi è stata capace di spingersi? È ora di porre fine al falso perbenismo di cui molti si riempiono la bocca. Conoscete uomo o donna che non si sia mai allontanata dal proprio letto per una notte di trasgressione? Se è vero che la ricerca del piacere sessuale, nelle sue più assurde sfaccettature, è la droga del nuovo millennio, che problema ci dovrebbe essere nel mostrarlo a una platea di gente comune, pagante e comodamente seduta in poltrona?
scritto da Serena Savardi fonte cineblog.it