“Whiplash” di Damien Chazelle conquista il Sundance Film Festival 2014
Tra celebri star e registi esordienti, il cinema indipendente festeggia il suo trentesimo anniversario
A metà strada tra i Golden Globe e la consegna dei tanto attesi Oscar, il Sundance Film Festival edizione 2014, in programma dal 16 al 26 gennnaio nella fredda cittadina di Park City, nello Utah, ha festeggiato il suo trentesimo anniversario, e celebrato, ancora una volta, il cinema indipendente.
La vetrina d'eccellenza della settima arte nata dal genio di Robert Redford, con un budget ridotto rispetto agli sfarzosi Oscar, ha premiato i migliori documentari e i film narrativi sia americani che internazionali, e ospitato tra le sue fila personalità già note del panorama hollywoodiano, da Anne Hathaway (vincitrice degli Oscar come miglior attrice non protagonista de “Les Miserables”), ora alle prese con il musical “Song One”, alla diva di “Twilight” Kristen Stewart, impegnata come soldatessa a Guantanamo nel film indipendente “Camp X-Ray”. Per non parlare dei grandi ritorni, come quello di Lindsay Lohan, che ha annunciato il suo prossimo progetto, “Inconceivable”, un film che con ogni probabilità vedremo in passerella al prossimo Sundance Film Festival, e di alcuni ospiti d'onore presi in prestito dal panorama musicale: il cantante della band inglese degli anni '90 Blur, i Gorillaz, Damon Albarn, e il cantautore – nonché sceneggiatore e attore australiano – Nick Cave.
E mentre Hollywood attende la serata della consegna degli Oscar (e una buona parte degli internauti tifa per Leonardo Di Caprio, che, nella sua lunga carriera, non si è ancora impossessato dell'amata stuatuetta dorata), al Sundance Film Festival di Park City ecco trionfare, per il concorso principale, “Whiplash” di Damien Chazelle, scelto – come è accaduto anche lo scorso anno con “Fruitvale Station” di Ryan Coogler – sia dalla giuria che dal pubblico. Il film, vincitore del Gran Premio della Giuria U.S. Dramatic e dell'Audience Award assegnato dagli spettatori, racconta la storia di un giovane batterista jazz (Miles Teller) e del rapporto conflittuale con il suo professore (J.K. Simmons). Nella stessa categoria, Cutter Hodierne con “Fishing Without Nets” ha ottenuto il premio per la miglior regia, mentre quello per la miglior sceneggiatura è andato a “The Skeleton Twins” di Craig Johnson.
Ma vediamo gli altri premi assegnati. Miglior documentario americano: “Rich Hill” di Tracy Droz Tragos e Andrew Droz Palermo; migliori registi per la stessa categoria: Ben Cotner e Ryan White con “The case against 8”; per il gruppo Worl Cinema Dramatic, miglior film: “To kill a man” del cileno Alejandro Fernández Almendras; miglior regista: l'australiana Sophie Hyde con il suo “52 tuesdays”; per i documentari non americani, Audience Award: l'israeliano “The green prince” di Nadav Schirman; premio della giuria: “Return to homs” di Talal Derki.
scritto da Eleonora Tesconi