Il collezionista di baci
Attraverso il bacio cinematografico si può ricostruire la storia stessa del cinema
“Attraverso il bacio cinematografico si può ricostruire la storia stessa del cinema”. Queste sono le parole del regista premio Oscar Giuseppe Tornatore che presenta a Modena il suo nuovo libro “Il collezionista di baci” edito da Mondadori, una raccolta fotografica dei più intensi baci del cinema. Il volume ha un legame profondo con la pellicola che gli valse la statuetta e si basa sulla collezione di locandine di Filippo Lo Medico, ora 90enne, ed ex gestore delle sale cinematografiche di Bagheria, paese natale di Tornatore che proprio nel cinema del suo paese, a nove anni, si innamorò della macchina da presa.
“Il bacio che io non dimentico è sulla locandina di Incantesimo, diretto da George Sidney. L’anno del film è il 1956, Tyron Power e Kim Novak si guardano colmi di desiderio, i loro volti si sfiorano impercettibilmente mentre le labbra si protendono verso quel bacio, uno tra i più appassionati del cinema degli anni Cinquanta. Quel film ha per me un significato particolare. Proprio lo stesso anno in cui sono nato io, inaugurò la sala cinematografica a un passo da casa mia, il Supercinema, quella in cui anni dopo sarei stato proiezionista. L’idea del libro prese forma molti anni dopo, precisamente nel 1977, quando partecipai allo smontaggio del cinema Vittoria, che chiudeva i battenti dopo cinquant’anni di attività, dal muto agli albori del dolby stereo, assistere alla morte di un luogo che per mezzo secolo aveva intrattenuto e divertito generazioni di concittadini mi spinse a concepire il soggetto di un film su una sala cinematografica, e la leggenda dei baci tagliati rappresentò subito il motore intorno al quale costruire l’intera trama. Le sequenze dei baci, così come le scene di altri film inserite in Nuovo Cinema Paradiso, erano ovviamente protette da copyright, perciò andavano acquistate... Il rimpianto più doloroso fu per il bacio tra Orson Welles e Rita Hayworth nella “Signora di Shanghai”. Ci chiesero un milione di dollari per un’inquadratura di tre secondi...Addio Orson, addio Rita. Nella sceneggiatura originale avevo previsto anche baci di Greta Garbo e di Marlene Dietrich. Ma pure in quel caso i costi erano elevatissimi."
“Il collezionista di baci” esce a venticinque anni di distanza da “Nuovo cinema paradiso” anni passati a setacciare archivi di affissi, locandine e fotobuste dei film, programmati in decenni di attività in quel cinema di Bagheria, alla ricerca di baci.
scritto da Valentina Sordi