L’amore ai tempi dell’OS1
In “Lei” Spike Jonze mette in scena un futuro non molto lontano, in cui un uomo s’innamora della voce del suo sistema operativo
Theodore Twombly scrive lettere a nome d’altri. Svolge il suo lavoro con passione e sentimento. Vive solo, dopo la separazione dalla moglie. Non ha relazioni durature, fino a quando non installa sul suo computer il nuovo sistema operativo OS1, dotato di personalità e coscienza. Conosce così Samantha, la voce dell’intelligenza artificiale, di cui si innamora.
Il film (Oscar per la migliore sceneggiatura originale) parte da uno spunto molto interessante: un futuro non troppo lontano, in cui la tecnologia ha invaso ogni aspetto della vita umana, in maniera elegante e cool.
Spike Jonze mette in scena un mondo colorato (dominato dal rosso), chic e razionale, che ha però in sé qualcosa di raggelante, dal momento che le strade sono affollate di gente costantemente connessa al pc, intenta a parlare con il proprio computer attraverso un auricolare.
La solitudine si manifesta con una sovrabbondanza di parole. Theodore scrive lettere su commissione, ma dello scrivere si è perso il gesto: il protagonista detta il contenuto delle lettere a un computer che, dotato di un particolare programma, le trascrive su carta come se fossero state scritte a mano. L’ex moglie lavora, come lui, con le parole: fa la scrittrice. Theodore s’innamora di una voce disincarnata e anche il sesso è fatto con le parole.
“Lei” porta all’estremo le conseguenze dell’era digitale, mostrandoci un’ipotesi fantascientifica non così assurda rispetto alla nostra epoca: pensiamo ai siti di incontri e agli amori nati in chat, dove chi scrive ha la possibilità di mentire, di inventare un’immagine di sé di cui l’interlocutore possa innamorarsi.
Il film trasuda malinconia, a un certo punto un po’ s’ingolfa, perdendo l’empatia di chi, seduto in sala, sa che l’amore è soprattutto guardarsi negli occhi e sentirsi, senza bisogno di parole.
Non è un caso che una delle scene più autentiche e toccanti sia silenziosa: Theodore e Amy sul tetto del palazzo, seduti l’uno accanto all’altra, a guardare l’orizzonte. Senza dirsi nulla.
scritto da Silvia Gilardi