Academy Awards, le statuette della storia del cinema marchiate tricolore
Dopo “La vita è bella” di Benigni, “La grande bellezza” di Sorrentino strappa l’Oscar come miglior film straniero
L’Italia torna a vincere dopo quindici anni la statuetta dorata degli Oscar. “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, film che vuole omaggiare il Fellini de “La dolce vita” e portare in auge Roma con la sua magnificenza e le sue sotterranee debolezze, regala alla cinematografia tricolore il tredicesimo titolo come Miglior Film Straniero. Sul palco, nella sfarzosa notte della consegna degli Academy Awards, il regista italiano, sul palco insieme al suo protagonista, Toni Servillo, e al produttore Nicola Giuliano, ringrazia un po’ impacciato e a dir poco frettoloso il collega Martin Scorsese, la sua fonte d’ispirazione del passato, Federico Fellini, e il suo idolo made in Napoli, Diego Armando Maradona. Uno show decisamente diverso e più contenuto rispetto a quello messo in piedi dal “giullaresco” Roberto Benigni, in passerella nel 1999.
Il primo Oscar italiano viene conquistato da “Sciuscià”, diretto da Vittorio De Sica nel 1947. Il regista ottiene il bis, nel 1950, con “Ladri di biciclette”, Miglior film straniero. E, non contento, non si fa mancare la terza e la quarta statuetta dorata, nel 1965 con “Ieri, oggi e domani”, e nel 1971 con “Il giardino dei Finzi Contini”. Due le statuette come miglior attrice: Anna Magnani sale sul palco degli Academy Awards nel 1955 per “La rosa tatuata”, mentre nel 1962 è la volta della bella protagonista de “La ciociara”, Sophia Loren, che 29 anni dopo, nel 1991, si aggiudica l’Oscar alla carriera. Ma torniamo ai migliori film stranieri made in Italy: Dopo De Sica, nel 1957 si accaparra l’Oscar con “La strada” Federico Fellini, che l’anno successivo replica con “Le notti di Cabiria”. La passerella americana ospita di nuovo Fellini nel 1963 con “Otto e mezzo” e, ancora, nel 1974, con “Amarcord”, prima di consegnargli l’Oscar alla carriera nel ’93. Il 1970 è l’anno di Elio Petri con il suo “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, che precede di molto “Nuovo cinema paradiso”, di Giuseppe Tornatore, nel 1990. Nel mezzo della via, la consegna dell’Oscar come miglior regista a Bernardo Bertolucci con “L’ultimo imperatore”, 1988 (che si aggiudica un totale di quattro statuette). Nel 1992 è la volta di Gabriele Salvatores con “Mediterraneo” e, qualche anno dopo, ecco trionfare Roberto Benigni con “La vita è bella”, per cui il regista toscano si aggiudica anche il premio come miglior attore protagonista. Ora, dopo quindici anni, l’Italia risolleva l’oro cinematografico più ambito e desiderato. E Sorrentino porta Roma oltreoceano.
scritto da Eleonora Tesconi