George Clooney firma la sua sesta regia con il film "Suburbicon", su un progetto del 1986 dei fratelli Coen. Siamo nella tranquilla cittadina che dà il titolo al film, qui vive lo stereotipo dell’uomo medio Gardner Lodge, ben interpretato da Matt Damon, con la sua famiglia. Finché un evento non causa la rottura della quotidianità scardinando e rivelando le crepe di un mondo fatto di apparenza e inganno.
Clooney gioca abilmente sul lato grottesco tipico dei fratelli Coen, e presenta una commedia nera con momenti istruttivi e ridicoli ma capaci di strappare un riso amaro.
Suburbicon è un film molto attuale, con una forte afflato politico grazie anche alla storia collaterale, quella della famiglia di colore borghese e benestante che si trasferisce nella cittadina in questione e per questo è presa di mira con atti estremi di vandalismo e razzismo arrivando alla costruzione di un alto steccato da parte dei cittadini bianchi che vedono minacciata la loro quiete. Un’America ceca ossessionata dalla paura di un nemico esterno, non conscia che la minaccia più terribile è all’interno delle mura domestiche.
Un film abbastanza riuscito, grazie all’iniziale scena madre, al buon cast, ai rimandi hitchcockiani e ai classici ingredienti “made in Coen”
"Suburbicon" si lascia vedere tutto d’un fiato, lasciando lo spettatore un po’ turbato, ma non regala l’effetto sorpresa cadendo su risvolti scontati e prevedibili.
scritto da Serena Pirozzi fonte MYmovies