Le morti silenziose degli oranghi
Sfruttamento delle risorse e stragi gratuite ecco cosa accade nelle foreste indonesiane
Una strage silenziosa quella che sta avvenendo nelle foreste dell'Indonesia, della Malesia, di Sumatra e del Borneo, dal 1999 al 2015 sono scomparsi ben centomila oranghi. Quel che è peggio è che le cifre continuano a salire, e come riporta una ricerca pubblicata su Current Biology questi primati stanno scomparendo a ritmo elevato. Un massacro che sta passando un po' inosservato dato che secondo la ricercatrice Maria Voigt del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology in Germania, non si sta facendo abbastanza per proteggere questi animali da cacciatori e contadini della zona che non tollerano la presenza delle scimmie a ridosso delle piantagioni e colture.
Le cause sono da ritrovarsi anche nella deforestazione e nel consumo di olio di palma, e nel surriscaldamento globale. Secondo Emma Keller del WWF bisogna puntare affinché i consumatori siano più sensibili su queste tematiche, pressando le aziende operanti in queste zone. In particolare il governo malese e indonesiano dovrebbero affrontare il problema degli attacchi "gratuiti" contro le scimmie e trovare rimedi per porre fine allo sfruttamento delle risorse.
Esistono delle soluzioni, secondo gli ambientalisti, anche se temporanee che si potrebbero adottare per salvare gli oranghi, ovvero costruire ponti, dei passaggi artificiali appositi che consentano a questi animali di spostarsi nel loro habitat in tutta sicurezza.
Certo la decisione migliore sarebbe dare vita a nuove foreste, evitando di distruggere ancora gli ecosistemi dove vivono gli animali e dove oggi per colpa dell'uomo, muoiono silenziosamente.
scritto da Serena Pirozzi fonte repubblica